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In questi ultimi anni si sta perdendo la conoscenza sui luoghi del nostro passato.
Per la frazione di Sant’Amato, nel comune di Vinci, per esempio, lo stradario aggiornato al gennaio 1991 riporta ventitré vie quando in quello attuale ne sono rimaste soltanto tre.
Quel caratteristico nome che denominava venti vie è stato cancellato e le tre attuali (via Pistoiese, via S. Amato, via le Croci) coprono tutto il territorio. Per cui voglio invitarvi a uno strano viaggio nel tempo, con un navigatore “storico” nei vecchi nomi e locali denominazioni, per non perderne anche voi memoria.
La frazione di Sant’Amato si snoda lungo due direttrici: la via Pistoiese, che parte dal frantoio del Bianconi o del Ferrale (appena sopra Vinci) e va verso Pistoia fino al confine di provincia, e la via che da Anchiano arriva alla chiesa del paese e prosegue verso nord, fino al confine di provincia.
Sull’attuale via Pistoiese, prima del ponte di Salvino, che in un tempo remoto si chiamava Bellucci, le case della forra erano via Lecciaia e, dopo il ponte era via Salvino. Appena passato Salvino, sulla destra la strada sale e una volta ci portava in via Quaiarti (senza sfondo). Tornati indietro sulla via Pistoiese e proseguendo verso il confine di provincia, ecco via Casiloste. Spostandoci verso est troviamo via Vitreto. A questo punto il paese di Sant’Amato finisce, dobbiamo tornare indietro, al frantoio del Bianconi e proseguire verso Anchiano.
All’incrocio di Anchiano (quello della casa Natale di Leonardo), svoltando a sinistra, troviamo via di S. Amato e appena oltrepassati i campi coltivati, si scende in Fontanaccia e appare alla nostra vista il ponte di Balenaia. Dopo averlo oltrepassato, su una curva a 180 gradi con case a destra, eccoci in via Balenaia dove, su una pietra d’angolo di un antico mulino sta scritto: “Fece fare Leone Baldassini 1581”. Continuando a salire, alcune case sulla sinistra portavano il nome di via Casacce: questo luogo era detto anche Venturini, dal nome di una famiglia presente sul posto alla fine del 1800.
In una pietra vicino alle case leggiamo “S. V. 1882” (Stefano Venturini). Dalla parte opposta, dopo una ripida salita, troviamo villa Vezzosi.
Si prosegue il viaggio e, fatte poche centinaia di metri, le case che vediamo sulla destra si chiamavano via Prataccio. Fatti pochi metri una strada poderale a sinistra porta in via Pierozzi, strada senza sfondo, dalla quale dobbiamo tornare indietro. Reimmettendosi sulla via principale (via di S. Amato) e svoltando a sinistra , troviamo la curva del Gallo. Proseguendo si arriva al cartello che indica il nome della frazione di S. Amato – 379 s.l.m. Tale quota si riferisce all’ubicazione della chiesa, che si trova all’incirca un chilometro più avanti. Prima del cartello, una strada sulla destra porta a via Virle di Sotto, un piccolo borgo veramente suggestivo. La strada è senza sfondo e dobbiamo dunque tornare indietro sulla via principale. Svoltiamo a destra e proseguiamo per un centinaio di metri e poi giriamo a sinistra per via Lugnano, detta anche via Masi perché vi abitavano molte famiglie con questo cognome. Quasi al termine di via Lugnano, sulla sinistra, troviamo via Pozzo. Anche questa strada è senza sfondo e dobbiamo dunque tornare sui nostri passi, di nuovo sulla via principale e dopo un centinaio di metri, ci appare via Virle di Sopra, una volta il borgo più importante del paese per la presenza di un negozio di alimentari e del posto telefonico pubblico. Si prosegue per circa 400 metri e sulla sinistra troviamo via Bigio, detta anche l’Appalto, perché fino agli anni ’50 del secolo scorso vi si trovava una rivendita di sali e tabacchi. Proseguendo sulla via principale e superato un piccolo ponte, troviamo casa Giachi. Più avanti, uno dei primi insediamenti di Sant’Amato: via la Villa.
Oltrepassato il borgo, una curva a 180 gradi, detta “della Giustina”, ci immette nella dirittura che porta alla chiesa. Qui siamo al bivio: o continuare per l’attuale via di Sant’Amato o andare per via Le Croci . Se imbocchiamo via Le Croci, dopo 50 metri sulla sinistra, troviamo via Costa e se si prosegue lungo la salita, sulla destra troviamo prima via Rapinale e più su via Querciole. A questo punto siamo quasi sulle cime del Montalbano e si torna verso la chiesa per proseguire via di Sant’Amato.
Andando verso ovest, si arriva in via Piastreto. Le abitazioni sono terminate, ma la strada, che diventa un sentiero, porta al cimitero dove termina il nostro viaggio alla ricerca delle vecchie vie, ma dove termina anche il viaggio terreno di molti abitanti di Sant’Amato e dove terminerà anche il mio. Alcuni versi di una canzone maremmana cantano così:
“In questa terra sono nato e c’ho messo su famiglia e il giorno che Dio vorrà questa terra mi ripiglia”.