La riflessione di Raffaello Santini e una poesia anonima, per ricordarci – e purtroppo ce n’è bisogno – che bisogna fare ancora tanto.
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Mercoledì 25 novembre è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Raffaello Santini ci propone il suo pensiero e una poesia.
Non esistono donne deboli, esistono donne che scelgono.
Cantiamo un inno alle donne che giocano con i loro pensieri, a quelle che hanno troppe preoccupazioni per rilassarsi, a quelle che si guardano attorno in cerca di protezione.
Cantiamo un inno alle donne che hanno gridato aiuto tra le mura tremanti di una casa, tra sedie volanti e passi veloci. Colme di paura, con il viso bagnato dalle lacrime, raggomitolate su se stesse in un angolo dimenticato, tra le urla e silenzi sofferti.
Tessiamo le lodi, signori, alle donne che non si sono fermate a un muro di omertà, alle donne che hanno lottato nonostante le mani legate e la bocca cucita, alle donne che hanno saputo guardare lontano lì dove sarebbe sorto il sole.
A proposito di questo, Benigni ci ricorda che le donne erano considerate “streghe da bruciare e, se andava bene, riposo dei guerrieri”.
Era negata loro l’istruzione, il voto, la vita pubblica e sociale, insomma, la libertà tutta.
Le donne si occupavano dei figli e della casa. Ma chi l’aveva deciso, allora che ella doveva fare solo questo e non poteva far altro? Chi l’aveva deciso, signori, che ella non era in grado di decidere per sé? Ognuno può e deve esercitare il controllo solo su se stesso e non su un altro essere umano: ricordiamoci che prima di essere donne o uomini siamo umani, ciò che ci caratterizza maggiormente non è il sesso, ma l’umanità.
Ci avete mai fatto caso, signori, che dove c’è una donna è sempre primavera? Che i fiori esistono per incorniciarle il volto, che il cielo piange con lei, che la vita continua grazie a lei. Ci avete mai fatto caso?
Non prendetevela signori, avete avuto la meglio per troppo tempo. Adesso è ora di far spazio a quelle creature che avete tenuto per troppo tempo dietro la vostra ombra.
Un inno a tutte le donne, a quelle che hanno la forza di chinare la testa per sopportare e a quelle che hanno la forza di alzarla per ribellarsi.
A compendio di questi pensieri sublimi, una frase di Alda Merini:
La donna è un firmamento, ma se un uomo non sa leggerle dentro, vede solo la notte.
In piedi, signori, davanti a una donna
Per tutte le violenze consumate su di lei
per tutte le umiliazioni che ha subito
per il suo corpo che avete sfruttato
per la sua intelligenza che avete calpestato
per l’ignoranza in cui l’avete lasciata
per la libertà che le avete negato
per la bocca che le avete tappato
per le ali che le avete tagliato
per tutto questo
In piedi, signori, davanti a una Donna.
E non bastasse questo
inchinatevi ogni volta
che vi guarda l’anima
perché Lei la sa vedere
perché Lei sa falla cantare
In piedi, Signori,
ogni volta che vi accarezza una mano
ogni volta che vi asciuga le lacrime
come foste i suoi figli
e quando vi aspetta
anche se Lei vorrebbe correre.
In piedi, sempre in piedi, miei Signori
quando entra nella stanza
e suona l’amore
e quando vi nasconde il dolore
e la solitudine
e il bisogno terribile di essere amata
Non provate ad allungare la vostra mano
per aiutarla
quando Lei crolla
sotto il peso del mondo.
Non ha bisogno
della vostra compassione.
Ha bisogno che voi
vi sediate vicino a Lei
e che aspettiate
che il cuore calmi il battito,
che la paura scompaia,
che tutto il mondo riprenda a girare
tranquillo
e sarà sempre Lei ad alzarsi per prima
e a darvi la mano per tirarvi su
In modo da avvicinarvi al cielo
in quel cielo alto dove la sua anima vive
e da dove, Signori,
non la strapperete mai.
Anonimo
Raffaello Santini